Erythroxylum coca Lam.

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)
Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)
Ordine: Linales Perleb (1826)
Famiglia: Erythroxylaceae Kunth, 1822
Genere: Erythroxylum P. Br.
Italiano: Coca
English: Coca
Français: Coca
Deutsch: Cocastrauch
Español: Coca
Descrizione
Classificata in passato all'interno dell'ordine delle Linales, con la più recente classificazione filogenetica viene considerata parte dell'ordine delle Malpighiaceae. Dalle foglie della pianta della coca si ricava la cocaina, uno stupefacente. La pianta di coca è un arbusto o piccolo albero, alto circa da 1 a 3 m, molto ramificato, rivestito da una scorza di colore rossastro (Erytroxylum significa appunto "legno rosso"). Presenta delle foglie alterne di un verde intenso, ovali, intere ed isolate. Reca piccoli fiori pentameri, bianco-giallastri attinomorfi, isolati o raggruppati all'ascella delle foglie, con 10 stami concrescenti alla base e 3 carpelli che costituiscono un ovario triloculare che a maturità presenta una sola loggia. Il frutto è una piccola drupa rossastra contenente un solo seme. La coca è una pianta a portamento arbustivo che rimane produttiva anche fino all'età di 15 anni. L'uso delle foglie di coca, attraverso la masticazione, è certamente molto antico e risale ad un paio di millenni prima di Cristo. Trattandosi di una pianta tropicale il suo uso non era, né lo è oggi, come spesso si crede, relegato solo alle popolazioni andine che, evidentemente, dovevano procurarsela commerciando con le popolazioni delle aree tropicali. Le foglie di coca non erano quindi un bene di largo consumo. Prova di ciò è che anche in epoca incaica, quindi un paio di secoli prima della conquista spagnola, in un momento di consolidamento territoriale che dava quasi unitarietà al settore occidentale del Sudamerica, le foglie di coca rimanevano ad uso quasi esclusivo della teocrazia incaica. La crescita della produzione e del consumo delle foglie di coca è stata opera degli spagnoli durante i primi decenni della conquista. Nell'uso delle foglie di coca trovarono un ottimo alleato per migliorare la produzione semischiavista nelle miniere di Potosí che venivano date agli schiavi indigeni per dare loro maggiore resistenza e ridurre la fame e la sete e spesso venivano date come paga. Nel corso del XVI secolo la produzione di foglie di coca passerà da 100 tonnellate a più di 1.000, quasi tutte assorbite dalle miniere d'argento di Potosí e dintorni, nell'attuale Bolivia. In passato la coca venne usata per la produzione di farmaci e bevande. Come il Vino Mariani, realizzato con vino Bordeaux nel quale venivano fatte macerare le foglie di coca. Il connubio alcool-cocaina favoriva il mantenimento delle caratteristiche stimolanti della droga. Nel 1871, fu perfino premiato un Elixir Coca alla Esposizione Agraria, Industriale e di Belle Arti di Forlì. Il principio attivo della coca è l'alcaloide cocaina, che nelle foglie fresche si trova in quantità da un minimo di circa 0.3 a 1.5%, in una media dello 0.8%. Oltre alla cocaina nelle foglie di coca sono presenti anche altri alcaloidi. La cocaina agisce come inibitore della ricaptazione delle catecolammine, in particolar modo della dopamina. La droga può essere fumata, masticata, inalata o iniettata per via endovenosa. Le foglie se masticate, agiscono come un leggero stimolante capace di alleviare la fame, la sete, il dolore e la fatica. La droga lavorata dà effetti a livello centrale (euforia, riduzione del senso di fatica, allucinazioni) e a livello periferico (tachicardia, midriasi, vasocostrizione) e provoca dipendenza. L'assorbimento della cocaina dalle foglie di coca è molto meno rapido ed efficiente che dalle forme purificate d'estrazione della cocaina, e non causa né euforia né altri effetti psicoattivi associati all'uso dell'omonima droga. Taluni sostengono l'idea che la cocaina non reagisca come ingrediente attivo quando si mastica una foglia di coca né quando se ne beve un infuso; tuttavia, alcuni studi dimostrano che una quantità ridotta ma misurabile di cocaina è presente nel sangue dopo il consumo di infusi a base di coca. Non è documentata la dipendenza dal consumo di foglie di coca allo stato naturale, né si riscontrano altri eventuali effetti deleteri. I principali produttori mondiali di foglie di coca sono la Colombia, il Perù (dove ci sono le principali piantagioni e coltivazioni) e poi da Bolivia e Brasile. L'estensione delle coltivazioni è molto variabile, secondo i programmi dei rispettivi governi e l'azione dello sviluppo alternativo alle coltivazioni, con incentivi offerti da vari paesi, e normalmente canalizzati dalle Nazioni Unite, per riconvertire le coltivazioni di coca in prodotti legali. Orientativamente in Colombia si coltivano poco più di 100 000 ettari, in Perù attorno a 50 000 e in Bolivia 30 000. In Colombia le coltivazioni, dopo anni di incremento, si sono, secondo informazioni ufficiali, stabilizzate anche per l'ampio uso delle forze militari e il drastico utilizzo di aerei aspersori di potenti erbicidi (glifosato). L'irrorazione aerea ha provocato anche le proteste del governo dell'Ecuador, sia per gli effetti negativi sull'ambiente delle foreste amazzoniche, sia per quelli sulle popolazioni e le coltivazioni legali di queste. In Perú e, soprattutto in Bolivia, le coltivazioni, dopo alcuni anni di riduzione o stabilizzazione, si stanno reincrementando rapidamente per il ritorno all'uso indigeno ed originale di questa pianta. La Colombia continua ad essere il produttore numero uno di cocaina nonostante la minor coltivazione e la maggiore proibizione. Nonostante il vero stupefacente, la cocaina, si estragga chimicamente attraverso un processo complesso, ed elevata concentrazione, la foglia stessa di coca è considerata uno stupefacente e quindi sottoposta a divieto. Il suo uso legale è limitato solo ad alcuni paesi o regioni che ne fanno, e ne hanno fatto in passato, un uso tradizionale (tutta la Bolivia, tutto il Perú, il nord dell'Argentina, alcune regioni colombiane, come la Sierra Nevada de Santa Marta; il consumo è spesso limitato alle popolazioni indigene, come gli Arhuaco, Aymara, Kogi e Wiwa). Nella ricetta originale della Coca-Cola era previsto l'uso di foglie di coca. In varie nuove bevande la foglia di coca è tornata ad essere usata come la Red Bull Cola (in Italia la coca non è ammessa) e l'Agwa De Bolivia un nuovo liquore digestivo venduto negli USA e in Olanda.
Diffusione
Originaria delle regioni tropicali centro e nord-occidentali dell'America del Sud. La coca è indigena della Bolivia (E. coca var. coca) e del Perù (E. coca varietà truxilense), ma viene coltivata anche in Cile, Colombia, Brasile, Cina, Indonesia e Madagascar.
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Stato: Rwanda |
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Data: 19/12/2011
Emissione: Piante medicinali Stato: Bolivia |
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Data: 19/12/2011
Emissione: Piante medicinali Stato: Bolivia |
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